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Halloween & Calcio Stregato

Ogni 31 di ottobre arriva l’ora stabilita e tutte le streghe si danno appuntamento per celebrare l’All Hallow’s Eve, una ricorrenza di origine celtica la cui simbologia è legata al culto della morte e dell’occulto.
La famosa zucca gialla scavata con la forma di un ghigno diabolico è oggi la vera icona di Halloween una festa che oggi con la globalizzazione è entrata nell’anima del commercio occidentale ed è vietato affermare che non c’entra nulla con il calcio.

Anche nel calcio scaramanzia, credenze e maledizioni giocano da sempre la loro parte come negli esempi di campioni del Mondo: Barthez che nei mondiali del ’98 all’inizio di ogni partita baciava la fronte del compagno Laurent Blanc o il capitano dell’Inghilterra Campione del ’66, Bobby Moore, che girovaga perditempo nello spogliatoio per indossare da ultimo i calzoncini della divisa. Da buoni italiani ricordiamo l’Acqua Santa del Trap durante i Mondiali Nippo Coreani del 2002 o il rito di Super Pippo Inzaghi di mangiare i plasmon prima di ogni partita…

La Leggenda di Jack o’ Lantern e la presunta fede per i Celtic di Glasgow

La zucca di Halloween, nei paesi anglosassoni è conosciuta con il nome di “Jack-o’-lantern”, per via del fatto che una volta scavata al suo interno, viene composta con una candela accesa in modo che anche in pieno buio la sua luce illumina il volto malefico e beffardo che la zucca ritrae.
Benchè vi siano numerose varianti della leggenda di “Jack-o’-Lantern”, la più diffusa è quella di origine irlandese e che racconta appunto di un fabbro di nome Jack: un irlandese astuto e dal bicchiere facile. Considerando le sue origini e la storia che sto per raccontare è quasi scontato definire un irlandese cattolico ed assiduo frequentatore di pub come il prototipo del tifoso sfegatato dei Celtic ovvero la squadra più tifata sulle rive del fiume Liffey.

Una sera Jack, si trovava nel solito pub e con il solito alto grado alcolico nel corpo quando incontra il Diavolo che lo tenta per accaparrarsi la sua anima.
Come in un derby contro i rivali dei Rangers, anche quando incontri il Diavolo vale tutto… ed astutamente Jack raggira il demonio imprigionandolo nella sua borsa affinchè questi gli promise in cambio della sua libertà di risparmiarlo dalla dannazione eterna.
Fu così che Jack, certo di non finire all’inferno, condusse una vita piena di peccati a tal punto che quando giunse la sua ora fu comunque rifiutato dal Paradiso oltre che dall’Inferno e si ritrova oggi a vagare per l’eternità come un’anima tormentata.

C’è chi giura che fosse proprio lo spirito inquieto di Jack, vecchio tifoso del Celtic, dietro la fama di Alan Rough, portiere del Club di Glasgow e passato alla storia come il più scaramantico del calcio scozzese in quanto faceva dei rituali pre-partita la sua strategia vincente: appendere i suoi vestiti al gancio numero 13 nello spogliatoio, fare 3 rimbalzi col pallone nel tunnel che lo portava nel campo e soffiarsi il naso all’infinito subito dopo il fischio d’inizio.

Stregonerie Segnanti

La stregoneria è molto spesso sinonimo di maledizioni preparate con strani intrugli di erbe sconosciute ma accomunate dalla rabbia e dalla vendetta per un torto subito. Ne sà qualcosa il Benfica, lo storico club lusitano che visse momenti di gloria nei primi anni sessanta bissando in 2 consecutive stagioni la vittoria del campionato e due storiche Coppe dei Campioni.

Alla guida di quella squadra irripetibile c’era l’allenatore Bela Guttmann che urtato per non aver ricevuto un premio per i risultati ottenuti, lascia la panchina e scaglia la sua maledizione: “Da qui a cento anni nessuna squadra portoghese sarà due volte campione d’Europa” ebbene da allora sono 8 le finali perse…

Il Southampton nel 2001 ha avuto addirittura a che fare con gli spiriti maligni che pare infestavano il nuovo stadio appena costruito. I vertici della squadra comincia ad avere i primi sospetti dopo che la squadra perde le prime 5 partite giocate in casa. Ingaggia così una nota esorcista che seguendo un rito celtico spruzza acqua e intrugli sul terreno verde propiziando una netta vittoria di giornata sul Charlton Atlhetic.

L’Argentina è un Paese storicamente ricco di contraddizioni. Così ecco che il Paese più cattolico del Mondo è in continuo conflitto tra il sacro ed il profano. Il Racing Avellaneda nel 1967 è il club più forte del mondo dopo aver vinto la sua prima ed unica Coppa Intercontinentale davanti al Celtic di Glasgow. Poi il nulla.

Quella squadra scompare dal radar del calcio che conta. Il motivo è riconducibile alla “Maledizione dei Sette Gatti Neri” e la leggenda narra che, mentre la squadra era impegnata a Montevideo nella vittoriosa finale della coppa, alcuni tifosi degli acerrimi rivali dell’Independiente si introducono notte fonda nello stadio dei loro nemici per seppellire nel terreno i cadaveri di 7 gatti neri lanciando la loro maledizione.

Lo stesso Cristiano Ronaldo, nel 2014 se l’è vista brutta. Alla vigilia del Mondiale brasiliano i sorteggi frappongono il Portogallo nello stesso girone del Ghana. Il Paese africano si mobilita e trova in Nana Kwaku Bonsam la soluzione al problema. E’ un santone, letteralmente il suo nome significa “Diavolo del Mercoledì” e da quando mancano 4 mesi all’inizio del Mondiale in ogni giorno della settimana che porta il suo nome pratica riti voodoo ed invoca spiriti maligni. L’obbiettivo è far infortunare Ronaldo che infatti arriva in Brasile con un problema al tendine d’Achille che ne pregiudica il suo personale rendimento e quello di tutta la squadra che soffre insieme a lui.

Vita da Strega

In Italia, la strega è volata addirittura in serie A con il Benevento , che nel 2017 per la prima volta ha conquistato la promozione nella massima serie. La città campana storicamente è stata sede di incontri di stregoneria e le streghe furono perseguitate tra il XVI ed il XVII Secolo tanto da avere il profilo di una strega nel logo ufficiale della squadra.
Il Top è il binomio alla fine degli anni ’90 quando lo sponsor della squadra sulla maglia è il Liquore Strega.

Alla fine degli anni Settanta, a La Plata, quando i tifosi dell’Estudiantes saltavano sugli spalti cantavano un coro che faceva più o meno così: “Se vedi una strega volare su una scopa / questa è Verón / Verón che è di punta” [la versione ufficiale è in realtà censurata] .

La strega era Juan Ramón Verón e suo figlio la Brujita Juan Sebastián Verón volarono così in alto che toccarono il cielo. Il padre sollevò la Copa Libertadores nel 1968, 1969 e 1970. L’erede raggiunse lo stesso trofeo nel 2009, indossando entrambi la maglia biancorossa dell’Estudiantes.

E L’INCUBO PIU’ RICORRENTE?…QUESTO SENZA DUBBIO

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