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Intervista a Lara Mori: dal recente exploit di Montreal al sogno olimpico di Tokyo 2020

Abbiamo avuto il piacere di intervistare una tra le prime ginnaste al mondo: Lara Mori, 19 anni classe 1998, toscana doc, caporale dell’Esercito italiano, Campionessa Italiana di ginnastica artistica e medaglia sfiorata agli Europei 2017.

Lara è una giovane donna con una cultura del lavoro davvero fuori dal comune, una caratteristica che questo sport impone per arrivare e competere a certi livelli; le sue qualità le hanno permesso di battersi alla pari con le ginnaste più forti al mondo e che, forse prima di Montreal, sembravano irraggiungibili perfino a lei. Invece ha saputo distinguersi con forza e determinazione, imponendo la sua personalità e la sua grinta in una finale, quella dell’All-Around, mai così combattuta in una competizione iridata.

Succede tutto ai Campionati del Mondo di Montreal dell’Ottobre 2017, dove Lara ha deciso di rompere gli indugi, entrando di diritto nell’Olimpo delle stelle mondiali della ginnastica artistica a suon di prestazioni eccellenti e dando lustro alla nostra nazionale: conquista il sesto posto assoluto nel Corpo Libero e la dodicesima posizione (prima tra le ginnaste italiane) nella specialità All-Around.

Ha voglia di crescere ancora Lara e guarda al futuro con molta fiducia, anche perché non c’è più tempo di stare fermi e guardare indietro. Montreal l’ha consacrata e la rende un caposaldo della Nazionale, eppure questo è già il passato: ora si lavora in prospettiva, con la speranza di raccogliere i frutti del duro lavoro che scandisce la sua quotidianità.

Il 2018 ha in agenda l’importante appuntamento di Doha in Qatar con un’edizione del Campionato del Mondo, dove l’obiettivo è dare la caccia alla qualificazione Olimpica per Tokyo 2020. Infatti, dopo la mancata convocazione per Rio 2016, Lara ha alzato l’asticella con la voglia di non mancare il suo personale sogno olimpico.

Si perché dalle sue parole e dal suo tono, Rio 2016 sembra essere una ferita tuttora aperta che le trasmette ancora oggi una rabbia agonistica positiva: all’epoca non riuscì a parteciparvi in quanto era riserva, un ruolo che gli addetti ai lavori dichiaravano starle stretto, ma a differenza delle altre competizioni la Riserva Olimpica non parte con le compagne, bensì resta a casa!

Oggi non ha dubbi nel dirci che le Olimpiadi sono il suo sogno nel cassetto: vuole e deve esserci a Tokyo fra due anni!

Lara, in questa chiacchierata, ci ha trasmesso impegno, passione e amore per la ginnastica artistica e siamo convinti che per lei il meglio debba ancora venire!

Lara, la tua crescita sportiva dello scorso anno è stata notevole, come ci si sente a
vestire i panni di campionessa italiana tra le migliori 12 nella ginnastica artistica mondiale?
“Sicuramente è un’emozione unica! C’è tanto lavoro, sudore ed ore trascorse in palestra dietro questo risultato. Momenti come quelli vissuti ai Mondiali di Montreal ti fanno crescere e ti danno ulteriore carica per andare avanti e guardare ai prossimi obiettivi con maggior fiducia”.

A che età hai iniziato a praticare questo sport?
“Ho iniziato quando avevo 4 anni: avevo visto una gara in televisione e rimasi stregata da questo sport, tanto da chiedere subito a mia mamma di portarmi a provare”!

Lara, in sintesi raccontaci una tua giornata tipo
Sicuramente ora che ho finito la scuola (maturanda nell’agosto 2017 ndr.) va un po’ meglio. Ho fatto la scelta di fare 5 anni di scuola pubblica, perciò fino allo scorso anno è stato tutto molto più duro: a scuola dalle 8 alle 13, poi veniva a prendermi mia madre e mangiavo in macchina dal momento che dalle 14 iniziavo l’allenamento fino alle 18. Poi tornavo a casa dove c’era lo studio e tutto il resto! Ora, a scuola finita, mi alleno 3 volte a settimana di mattina e di pomeriggio dalle 10 fino alle 16 e gli altri 3 giorni ho gli allenamenti nel pomeriggio dalle 14 alle 18″.

Cosa hai provato quando sei salita per la prima volta sulla pedana di Montreal?
Credevi nella possibilità di portare a casa un così bel risultato?
“Dopo la mancata convocazione alle olimpiadi di Rio ho attraversato un momento abbastanza difficile. Con l’appoggio delle mie insegnanti e della mia famiglia sono riuscita però a trovare la forza di andare avanti cercando di dare il massimo per gli obiettivi futuri e, quindi, per i Campionati Mondiali di Montreal.
Mi sono allenata molto duramente per arrivare preparata a questo appuntamento e l’esordio è stato davvero emozionante…forse troppo! La sera prima a malapena sono riuscita a dormire dall’emozione, ma essere lì è stato stupendo e non pensavo di riuscire ad ottenere risultati così belli”.

Stefania Bucci, tua maestra e ginnasta olimpionica che proprio a Montreal gareggiò nel 1976, ti ha dato qualche consiglio particolare?
“Non solo per questa occasione, lei me li dà sempre preziosi consigli! Stefania si può definire come una seconda mamma per me, perché praticamente passo più tempo con lei che con la mia famiglia!”

La vostra è una storia di successo sudato e meritato: entrambe campionesse, entrambe unite dalla passione e dall’amore per la ginnastica artistica e per il territorio toscano in cui abitate. Che rapporto avete?
“Lei mi aiuta sempre. Mi sostiene nei momenti facili e nei momenti difficili ed è sempre accanto a me. È un punto di riferimento. Ed essere lì, dove anche lei aveva fatto le Olimpiadi nel ‘76, ha reso la cosa più emozionante per entrambe, più di quanto già non lo fosse. Siamo sempre insieme, sappiamo come prenderci, siamo entrambe toscane. Sicuramente senza di lei non sarei riuscita a fare tutto questo.”

Oltre al campionato di A1, che obiettivi ti sei posta per i prossimi Europei e campionati Mondiali 2018, che saranno addirittura qualificanti per le Olimpiadi di Tokyo 2020?
“Dopo quanto detto su Rio, Tokyo è sicuramente un obiettivo grande per me!
Cercherò di impegnarmi e lavorare oltre i miei limiti per farmi trovare pronta ed essere competitiva a questi campionati, che sono un appuntamento importante a prescindere, a maggior ragione essendo anche qualificanti per le Olimpiadi.”

Come tutti gli sportivi avrai sicuramente un sogno nel cassetto, ci vuoi raccontare il tuo?
“Credo che per ogni Atleta le Olimpiadi rappresentano il vero sogno. Per me è lo stesso e ci sto lavorando visto che non sono riuscita a centrare le convocazioni per Rio 2016. Insomma il mio sogno rimane sempre quello!”

Tra dieta e vita regolare sappiamo quanti sacrifici e restrizioni comporta essere un’ atleta professionista. Se ti dicessero che per 10 giorni puoi fare tutto quello che ti pare, ci dici le prime cose che ti vengono in mente e che faresti?
“Nella mia vita non ho qualcosa che mi manca veramente tanto! Fino ad oggi sono sempre riuscita, bene o male, a gestire il mio tempo ed organizzarmi sia come atleta, che come persona. Se proprio dovessi dirti qualcosa direi però un viaggio… sì sarebbe una lunga vacanza rilassante.”

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