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Perchè Combatte

Le squadre di Simeone sono la totale espressione dello stile di un tecnico che si reinventa dalla lotta e dalla resilienza.

Il dizionario italiano definisce la parola leader come “persona che dirige o guida un gruppo, che riconosce la sua autorità” ma anche: “persona, squadra o azienda in cima a una classifica”.
Diego Pablo Simeone ha saputo reinventarsi fino a farci apprezzare il suo lavoro in un calcio altamente competitivo come quello contemporaneo. E’ riuscito a farci capire come la lotta e la resilienza sono due aspetti fondamentali della sua leadership poiché insite nel suo carattere. Da sempre.

Irene Villa è una psicologa, una giornalista ma soprattutto è un’atleta paralimpica di sci. Non avrebbe mai immaginato  che il 17 ottobre 1991 (quando aveva 12 anni) si sarebbe trovata nel bel mezzo di una tragedia, ovvero quando a causa di un attentato dell’ETA, saltò in aria, per l’esplosione di una bomba, anche l’auto di sua madre…

In seguito a quell’esplosione ha perso entrambe le gambe e tre dita della mano sinistra, ma ha acquisito una forza diametralmente opposta che ha fatto sì che la sua vita fosse improvvisamente coinvolta in un esercizio permanente di auto-miglioramento. Questo l’ha portata a diventare un vero esempio di costante lotta e resilienza.

Malgrado la sua situazione, Irene ha iniziato a praticare lo sci adattato per mandare un messaggio ovvero mostrare a tutti noi che niente è impossibile. Ha dimostrato che si può praticare lo slalom gigante anche senza gli arti inferiori, semplicemente applicandosi, e facendoci capire dove possono portarti la tenacia e la forza mentale. Lottare per arrivare.

Ecco perché il “Cholo” l’ha voluta per parlare con la squadra dell’Atletico Madrid nel marzo del 2014, alla vigilia di una partita chiave del loro campionato contro l’Athletic Bilbao. Simeone sceglie un esempio di estrema lotta e resilienza per motivare la sua squadra che quell’anno vincerà poi LaLiga.

Irene racconta, in quell’occasione, di essersi presentata in albergo prima di pranzo per incontrare la squadra. Ha mostrato loro le immagini del suo incidente e si è creato un clima impressionante. Poi ha raccontato la sua vita e tutti l’ascoltavano in silenzio.
Il suo discorso dura 40 minuti ed alla fine tutta la squadra l’ha letteralmente sommersa con un abbraccio collettivo. Erano scioccati. La squadra di Simeone pochi mesi dopo si ritrovava a vincere uno scudetto dopo 18 anni.

Qui Simeone che parla di come Irene Villa è un esempio di lotta e resilienza che ha motivato ed ispirato il suo gruppo di giocatori

Andrés Moraleda è invece un giornalista spagnolo corrispondente del quotidiano La Vanguardia in Africa. Proprio in uno dei suoi numerosi reportage in un campo profughi a Boko Haram ha visto per la prima volta un ragazzo africano di nome Hassan, 11 anni, grassoccio e, attenzione, con la maglia dell’Atletico Madrid. Il solo ragazzino in mezzo ad altri ragazzini che non avesse addosso la maglia del Barça, del Manchester United o del Real.

Morelada racconta di aver chiesto incuriosito “perché proprio la maglia dell’Atletico?“Perché combattono” la risposta di Hassan.

Ecco, questa risposta da parte di un ragazzo africano che non ha nulla, probabilmente nemmeno una televisione in casa, riesce a definire molto bene ciò che è l’Atletico Madrid di Simeone, perché senza azioni di marketing, quello spirito combattivo alimentato dal Cholo riesce ad arrivare fino a quelle latitudini. Quello spirito di sentire il peso della storia che diventa incentivo e motivazione per combattere e tornare grandi nel calcio spagnolo ed internazionale.

Diego Pablo Simeone pensava da allenatore già all’età di 17 anni ed anche prima.
Tutta la sua storia personale è vissuta, in campo e fuori, con la missione di brevettare una vita sempre con il “coltello tra i denti”. L’unico modo che l’Atletico Madrid ed ingenerale le squadre di Simeone conoscono per affrontare le partite indipendentemente dalla zona del campo in cui le azioni della sua squadra si svolgono, rispecchiandosi totalmente nel proprio allenatore.

La verità è che Simeone ha vinto 2 campionati spagnoli in 7 anni rubando sempre la scena e la festa a Barcellona e Real Madrid.

Un allenatore in grado di far giocare in modo diverso le sue squadre nel corso dei suoi oltre 15 anni di carriera. Sintomo di come sia bravo a leggere in profondità le caratteristiche dei suoi uomini rispetto al contesto tecnico tattico del campionato da affrontare. Dimensioni ed approcci tattici diversi cominciati con un Simeone ultra-offensivo all’Estudiantes nel campionato argentino di Apertura nel 2006.
Il suo River era frenetico e vocato all’attacco più di quanto avrebbe dovuto.

Simeone ha invece portato cinismo e solidità al Catania che ha salvato dalla retrocessione prima di tornare al Racing nel 2011, per metterlo al secondo posto dietro l’imbattuto ed inarrivabile Boca Juniors. Tutte squadre diverse ma con un comune denominatore ereditato dal Simeone allenatore: la lotta.
Ecco perché riesce a reinventarsi e reinventare le sue squadre, senza distinzione di club.
Perché Simeone combatte da sempre.

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